Un viaggio affascinante nel Natale in epoca Vittoriana per conoscerne gli usi e le tradizioni.
Il fuoco del caminetto diffonde un piacevole tepore e un profumo di agrifoglio e di abete.
Al centro dell’imponente salone, da un grande albero di Natale tutto scintillante, si diffonde una luce che accarezza il cuore.
Anche quest’anno è arrivato il Natale, pensa dentro di sè Vittoria.
Un fruscio, un sibilare del vento distoglie la donna dai suoi pensieri.
A fatica si alza dalla sedia, la crinolina, come di moda in epoca Vittoriana, rende difficile muoversi.
Dopo qualche istante Vittoria si avvicina alla grande finestra e guarda fuori. La neve scende copiosa, la strada è tutta innevata ed ora inizia ad attaccarsi anche ai vetri della finestra.
Il pensiero vola all’anno precedente quando, con tutta la sua famiglia, ha iniziato a festeggiare per la prima volta il Natale …
Il Natale in epoca Vittoriana: origini
Perchè per la prima volta? Perchè fino a qualche anno prima il Natale non era pienamente festeggiato.
Ora no, in epoca Vittoriana, grazie alla stabilità economica, alla crescita dell’Inghilterra e, soprattutto, grazie alla nascita del ceto borghese, il Natale inizia ad essere celebrato almeno dai
ceti più alti della società.
E il Natale in età Vittoriana è un tripudio di festeggiamenti.
E’ in quest’epoca che si inizia a fare a gara a chi addobba meglio l’albero, a chi ha l’abete più grande e, ovviamente, a chi fa i regali più belli … forse un pò come succede oggi, giusto?
Iniziamo allora questo viaggio affascinante nel Natale di epoca Vittoriana perchè, quello che viviamo oggi, parte tutto da lì!
Nelle case arriva l’Albero di Natale
L’ abete è il fulcro del Natale vittoriano.
Esso inizia a diffondersi dopo il matrimonio della regina Vittoria con il Alberto di Saxe-Coburg, tedesco, che dalla natia Germania introduce importanti cambiamenti nelle festività natalizie.
Nel 1848 l’Illustrated london News pubblicò un’illustrazione della famiglia reale ritratta intorno ad un albero decorato alla maniera tedesca: da quel momento ogni casa dell’Inghilterra si procura un albero che viene decorato con candeline, dolcetti, frutta candita e decorazioni fatte in casa.
Nasce così il commercio degli abeti che vengono importati dai Paesi Nordici, le decorazioni iniziano ad arrivare dalla Germania e così via.
Da quel momento le signore trascorrono il loro tempo in casa a creare gli addobbi … perfetti, tanto che nei giorni che precedono il Natale nelle case è tutto un tagliare, cucire, incollare e … cucinare!
Le famiglie più facoltose acquistano palline preziose, angioletti e preziosi oggetti da appendere.
Solitamente l’albero si trova al centro del grande salone e, una volta addobbato, sotto vengono sistemate le scatole con i regali.
Immaginate che meraviglia, l’elegante salotto dai mobili scintillanti, le tende di pesante velluto alle finestre sollevate ai lati con fiocchi, il caminetto acceso, le candeline dell’albero, e al centro l’abete grande che quasi lambisce il soffitto.
Una gioia per gli occhi dei bambini.
Le decorazioni della casa non erano certo fatte a caso e non erano sistemate a caso.
Nel 1881 la Cassell’s Family Magazine suggerisce addirittura come decorare la casa: niente più rametti sparsi a caso, ma addobbi organizzati e posizionati in angoli precisi della casa.
In città arrivano carri carichi di agrifoglio, il vischio (d’obbligo il bacio sotto lo stesso), rami di pino, abeti … la città e le case si vestono a festa!
Le cartoline di Natale
Anche le cartoline di Natale nascono in questi anni a partire dal 1843 quando Henry Cole (colui che fonda il Victoria and Albert Museum) commissiona il primo biglietto natalizio.
Ce ne sono di diversi tipi: dipinte a mano, litografate, serie, divertenti, che presto sostituiscono le lettere natalizie aprendo la strada ad un nuovo mercato: quello dei biglietti natalizi.
Nel processo di industrializzazione tipico dell’epoca, iniziano ad apparire biglietti stampati e colorati meccanicamente al costo, pensate, di mezzo penny, cosa che fece decollare l’industria del biglietto natalizio, tanto che intorno al 1880 si producono circa undici milioni e mezzo di biglietti d’auguri!
I Christmas Cracker
Un’altra novità che nasce in questi anni, e precisamente nel 1848, sono i Christmas Cracker, propri dell’epoca Vittoriana.
Nel 1848 il pasticcere britannico, Tom Smith, ispirato da quello che ha visto durante un viaggio a Parigi ( la vendita di bon bons avvolti in foglietti di carta), inventa un nuovo modo di vendere i dolci.
I Christmas cracker non erano, e non sono altro, che cilindri di carta colorata che producono uno schiocco quando si aprono.
All’interno contenevano una piccola sorpresa, all’inizio dei semplici dolcetti, verso la fine dell’epoca Vittoriana si trovavano piccoli doni e cappellini di carta.
Ancora oggi in Inghilterra si trovano!
Sembra, inoltre, che all’inizio contenevano all’interno una frase carina con cui si facevano gli auguri di Natale.
Dicevo che quando si aprono i cracker fanno rumore … questo perchè grazie a una striscia di carta impregnata di fulminato d’argento, esplodono a seguito della frizione fatta per aprirli.
Questi venivano utilizzati anche come segnaposto, oppure appesi all’albero o come decorazioni della casa, e lo stesso utilizzo lo si fa ancora oggi!
La festa di Natale in epoca Vittoriana
Come per noi oggi, le feste principali erano il pranzo della vigilia e del giorno di Natale.
Attenzione però: per pranzo si intende … dopo le quattro del pomeriggio!
Seduti tutti insieme a tavola, anche i bambini sono ammessi a pranzare con gli adulti perchè, ricordatelo sempre, il Natale in epoca Vittoriana è la festa della famiglia, questo grazie anche alla nascita della ferrovia che permetteva ad amici e parenti di raggiungere i famigliari.
Si inizia con un brindisi a cui partecipa anche la servitù.
Le pietanze sono a base di carne maiale, pollame e, inizia a diffondersi anche il tacchino arrosto che sostituisce l’ oca.
Le verdure sono quelle di stagione: cavoli, cavoletti, patate, abbinate con nocciole e castagne.
In epoca Vittoriana spopolavano i dolci: primo fra tutti il pudding, un budino che è il vero e proprio sinonimo di Natale anche oggi.
All’interno dello stesso venivano inserite monetine e talvolta anche un anello: va da sè che chi lo trovava aveva davanti a sè un anno fortunato e forse anche un matrimonio!
Nelle tavole erano presenti anche biscotti speziati a volontà, accompagnati da bevande anch’esse speziate.
Di solito non si andava alla messa di mezzanotte, la funzione principale si teneva la mattina di Natale.
Il 25 dicembre
Il giorno principale delle festività è, anche in quest’epoca, il 25 dicembre.
La mattina ci si reca a Messa, quindi rientrati a casa ci si dedica al pranzo.
Nello stesso giorno si usa fare visite agli amici, ai vicini di casa, si gioca con i bambini, si canta, si balla e naturalmente ci si scambia i regali!
Pensate che fino a qualche anno prima dell’epoca Vittoriana i regali si scambiavano a Capodanno, tradizione che si è persa durante l’età Vittoriana.
E’ in questo periodo che ai semplici dolci si sostituiscono i regali veri e propri.
Alla vigilia, oppure la mattina del 25 dicembre, dopo il pranzo, sono i vittoriani che onorano questa nuova abitudine pensando ai doni più appropriati per tutti i membri della famiglia.
Anche la servitù viene omaggiata di un piccolo pensiero!
Il Canto di Natale di Dickens
Dickens e il Natale: un binomio inscindibile.
A tutti noi quando pensiamo al Natale ci viene subito in mente lo splendido libro, pubblicato nel 1843, che molto ha a che fare con il Natale Vittoriano.
La prima cosa che si evidenzia è che il Natale non era un giorno festivo per tutti.
Soprattutto per le fasce povere della popolazione, infatti, era un giorno lavorativo come tutti gli altri.
L’unica concessione, se possibile, era un pasto più ricco degli altri giorni.
L’epoca vittoriana, inoltre, è un’epoca alla ricerca di una nuova spiritualità: Dickens, con i suoi tre spiriti, segna un passaggio alla modernità.
Forse possiamo dare anche una lettura più in linea con i nostri tempi al libro, sempre attuale, di Dickens.
Durante le feste di Natale, per lo spirito particolare che si respira, siamo forse più portati a leggerci dentro, a cambiare atteggiamenti che magari ci disturbano.
Il Natale porta con sè anche momenti di malinconia, pensiamo a chi ha perso i suoi cari, quindi si crea una volontà di intimismo, di introspezione accompagnata dalla malinconia che ci porta a guardarci dentro… come fanno i tre spiriti con il vecchio Scrooge.
A Christmas Carol è solo il più importante libro della serie, ma non era l’unico.
Ricordo per completezza The Chimes (Le campane, 1845), The Cricket on the Heart (Il grillo del focolare, 1845), The Battle for Life (La battaglia della vita, 1846), solo per indicare i più importanti.
Ogni anno, durante la prima settimana di dicembre, venivano pubblicati questi brevi racconti che aveva una bellissima copertina rossa, racconti talmente richiesti che in molti casi la vigilia di Natale usciva la seconda edizione!
Il … Bianco Natale …
Anche la neve viene sempre associata al Natale.
Vi siete mai chiesti come mai?
Dobbiamo tornare di nuovo a Dickens: è stato proprio lui, infatti che, durante i primi anni dell’infanzia, ha vissuto un periodo in cui l’Inghilterra, durante il Natale, è stata attraversata da grandi nevicate e le ha inserite nel contesto del libro … noi abbiamo fatto proprie queste immagini e … la pubblicità ha fatto il resto!
I canti di Natale e il Boxing Day
Sempre legati a Dickens ci sono altri due aspetti del Natale Vittoriano: i canti di Natale e il boxing day.
Come il vecchio Scrooge, a Natale si diventa tutti più buoni, soprattutto verso i poveri e gli indigenti.
Il titolo dell’opera letteraria di Dickens ci ricorda la tradizione dei canti di Natale.
Diciamo subito che i canti natalizi non sono stati inventati nel periodo vittoriano ma esistevano già da molti anni.
La novità è che in epoca Vittoriana i canti si sono diffusi moltissimo, anche fuori dalle funzioni religiose.
E’ in questo periodo infatti che gruppi di cantori, affrontando il freddo e la neve, girano per le case ed i negozi, sperando di racimolare un pò di cibo e, soprattutto, piccole mance per trascorrere meglio le feste.
Il giorno di Natale era quello privilegiato per i canti quando i caroles si riunivano a gruppi per offrire i canti natalizi.
Anche il boxing day è un’altra caratteristica dell’epoca Vittoriana.
Il 26 dicembre, dopo aver festeggiato in famiglia, i più ricchi uscivano in strada con scatole e cestini per donare un pasto ai più poveri.
Era il giorno in cui … i ricchi mettevano a posto la loro coscienza, per mostrare a tutti come potevano permettersi di condividere anche con altri la propria fortuna.
Santa Claus e il Natale in epoca Vittoriana
Non è questo il luogo per raccontare la lunga storia di Babbo Natale e la sua evoluzione fino all’immagine attuale che abbiamo di lui.
Noto con diversi nomi e generato da differenti tradizioni, si diffonde in epoca Vittoriana nel mondo anglosassone.
Sfatiamo subito un mito: non è stata la Coca Cola ad inventare l’abito rosso e bianco: ci sono cartoline di Natale risalenti all’Ottocento, sia tedesche che inglesi, in cui Babbo Natale è vestito con questi colori.
E’ stato il pittore Thomas Nast, emigrato nel 1846 dalla Germania a New York, a creare la prima immagine di Santa Claus grasso e rubicondo e, invece che iniziare il suo viaggio dalla Germania, inizia a fare il suo magico viaggio dal Polo Nord.
L’abito rosso si è affermato a partire dal 1885: viene usato nelle cartoline stampate a Boston dal tipografo Louis Prang e da lì … diventa il classico abito di Babbo Natale.
Happy Christmas
La neve continua a cadere copiosa.
Un piccolo scoppiettare del ciocco di legna dal camino riporta Vittoria alla realtà.
I ricordi del Natale dello scorso anno, il primo con le novità portate dalla Casa Reale, hanno preso il sopravvento.
La pendola sopra il camino suona le cinque del pomeriggio.
E’ ora di prendere il tè e, dopo, di recarsi in soffitta a cercare gli scatoloni con gli addobbi usati l’anno prima e di farne di nuovi.
Natale è ormai alle porte.
E’ giunto anche per me il momento di salutarvi non prima di porvi i miei più sinceri auguri di Buon Natale e buone Feste, auguri a tutti!
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