Palazzo Mansi a Lucca è uno splendido gioiello poco conosciuto, scopriamolo insieme.
Molti conoscono Lucca per la sua splendida cerchia di mura rinascimentali, per il suo rinomato ed elegante centro storico (personalmente adoro perdermi dentro i vicoli e vicoletti che sbucano in piccole e deliziose piazze) e, soprattutto, perchè è la città delle Cento chiese come giustamente è definita.
Lucca città romana per eccellenza, conserva dentro il dedalo di viuzze, gioielli che non si possono neanche immaginare.
Uno di questi è Palazzo Mansi.
Vi avevo promesso che nel blog avreste trovato gioielli non molto battuti dai classici percorsi turistici, quindi siete pronti a scoprirlo insieme?
Attenzione, però!
Non vi svelo proprio tutto, ma solo il cuore pulsante del Palazzo, il resto lo dovete scoprire da soli o, se vi va, in mia compagnia!
Palazzo Mansi: la storia
Palazzo Mansi nasce dal generoso mecenatismo di una ricca casata, quella dei Mansi, che ambisce ad entrare a pieno titolo nell’alta società lucchese.
Il nome della casata risale al lontano XI secolo e, come spesso succede, si distingue nel tardo Medioevo per le cariche pubbliche che portano la famiglia ad acquisire autorevolezza civica ed economica.
Il momento di massima espansione risale alla fine del XVI secolo quando i Mansi intraprendono una florida politica commerciale sia in Italia che all’estero.
Il Palazzo attuale nasce al tempo di Raffaello Mansi che, nel 1641, eredita un palazzo cinquecentesco dalla zia Isabella Mansi Sinibaldi.
Raffaello Mansi è un uomo di “larghe vedute”, tanto che immagina una residenza che, a partire da quest’edificio, si articola su diversi sedi, come un piccolo feudo.
Con l’aiuto del figlio Ottavio, dal 1648 inizia ad acquistare tutte le case dell’isolato, adiacenti alla prima dimora, con l’intenzione di trasformare la sua abitazione in una residenza signorile, e ci riuscì in pieno.
Palazzo Mansi arriva a richiamare e amplificare le contemporanee dimore barocche tanto che, alla fine del Seicento, assolve i compiti di accoglienza e rappresentanza per conto della Repubblica di Lucca accogliendo in pompa magna principi e re delle più illustri corti europee.
Saliamo negli appartamenti monumentali
Varcato il portone di ingresso su via Galli Tassi 43, respiriamo quell’aria “buona” che sa di antico.
Sistemata lungo l’androne troneggia una carrozza ottocentesca risalente all’età borbonica.
Saliamo lo scalone ed entriamo in un magnifico ambiente dalle pareti chiare che ci rimandano ad un delicato Settecento: è la grande sala del Tofanelli.
La grande sala rappresenta l’ingresso agli Appartamenti Monumentali.
Restaurata nel Settecento per volere di Luigi Mansi che, in vista delle nozze tra il figlio Raffaele e Camilla Parensi, vuole creare quest’ambiente maestoso con lo scopo di introdurre agli ambienti monumentali.
Il Tofanelli riporta qui il gusto per la decorazione conosciuto durante il soggiorno romano, momento in cui venne a contatto con Mengs, Canova e Jacques-Louis David portando, quindi, a Lucca il più maturo linguaggio neoclassico.
Lo splendido ambiente riporta tutto il lessico decorativo di un prezioso Settecento: ambiente chiaro e luminoso, decorazioni in stucco dorato finemente intagliate.
Risponde allo stesso gusto l’arredo con i bellissimi tavoli, le cui fronti rieccheggiano il decoro della sala: girali, animali fantastici, protomi e ogni tipologia di ornamento all’antica.
Splendide le specchiere a parete che amplificano il già vasto spazio dell’ambiente.
La sala contiene anche un “segreto”: ma questo lo lascio scoprire a voi!
L’ambiente è chiuso da un’ampia volta a padiglione con affresco centrale e ovali laterali, eseguiti da Domenico del Frate.
La Sala della Musica
Usciti dallo splendido ambiente settecentesco, entriamo nella successiva Sala della Musica: vi accorgerete subito che essa è costruita in doppia altezza per permettere la sistemazione dell’orchestra nel palco in alto.
Questa è una prassi comune per le sale da ballo dell’epoca: i musicisti si posizionano in alto e la musica … scende dall’alto ad allietare le feste.
Il grande progetto architettonico è stato ideato nel 1687 dall’architetto Raffaele Mazzanti, mentre gli affreschi sono opera del bolognese Gioseffo Dal Sole, affiancato dal quadraturista Marco Antonio Chiarini .
Anche questa sala è stata creata in occasione di un matrimonio, quello celebrato tra Ottavio Mansi ed Eleonora Pepoli.
Sul soffitto campeggia il bellissimo Convitto degli Dei, ove le figure, in scorcio, sono risucchiate da un vortice luminoso che si apre fra finte architetture in un bellissimo Trompe-l’oeil.
Lo stile risente dell’influenza di Paolo Veronese con echi dell’arte dei Carracci e di Guido Reni, i grandi interpreti del classicismo emiliano.
E’ la tipica decorazione “classica” del Barocco: questo sfondare dei soffitti, per creare l’effetto sorpresa, l’effetto della meraviglia, che è così tipica di tutta l’arte barocca: l’apertura di finti cieli per assistere ad apparizioni mitologiche/religiose che lasciano senza respiro; i colori sono chiari, luminosi.
Sulle pareti laterali Dal Sole rappresenta il Giudizio di Paride e L’incendio di Troia.
L’arredamento è composto da stipi barocchi intarsiati, divanetti settecenteschi e due monumentali tavoli a muro che un tempo contenevano la collezione delle ceramiche.
Gli arredi del palazzo hanno sempre rispecchiato il gusto raffinato della famiglia: mobili, sedie, statue di marmo, bronzo, gesso, specchiere, vasi, argenterie, tutto concorse a fare di Palazzo Mansi un Palazzo degno di accogliere grandi personalità, mentre la fastosa decorazione illusionistica riflette il gusto e i temi delle antiche dimore italiane dell’epoca, diventando il primo esempio del genere a Lucca.
Le Sale da Parata di Palazzo Mansi
Lasciamo la splendida Sala della Musica e ci aspetta un’infilata di stanze, le Sale da parata, tappezzate con una bellissima serie di arazzi.
Le sale, sono caratterizzate per la presenza della splendida collezione di arazzi, prodotti da Gerard Peemans a partire dal 1665, eseguite presso la celebre manifattura di Bruxelles.
I cartoni spettano al pittore rubensiano Justus van Egmont e narrano le storie di Aureliano e Zenobia e Marc’Antonio e Cleopatra.
Le diverse sale prendono il nome dalle decorazioni del soffitto: alla Sala dell’allegoria della Terra, seguono quelle dell’ allegoria dell’Acqua, dell’Aria e quella del Fuoco, la più importante.
Osservate gli splendidi dettagli dell’arredamento, i tavolini, le specchiere e i copri porta con lo stemma dei Mansi, una coccola per gli occhi!
La Sala dell’Alcova
Tutte le sale precedenti hanno come unico scopo di condurre a questa, certamente la sala più importante di tutto il Palazzo: l’Alcova
Si entra all’interno è lei è lì che ti aspetta, in tutto il suo splendore.
L’idea dell’Alcova che si apre, quasi fosse un’apparizione, davanti agli occhi non è nuova in epoca barocca, ma è sicuramente una novità a Lucca.
Splendido l’arco a serliana sostenuto da cariatidi, mirabilmente intagliato, che immette all’interno dell’alcova stessa.
Sulla chiave dell’arco due figure femminili sostengono gli stemmi Mansi e Santini.
Il letto, del XVIII secolo, è coperto da un parato in velluto verde.
Commuovente la culla in legno che riporta lo stemma dei Mansi.
Il nostro sguardo continua a salire e incontra l’affresco, ancora una volta di Dal Sole, che racconta il mito di Amore e Psiche.
Che dire. Quando visito questi luoghi, riesco a viaggiare nel tempo, cercando di immaginare la bellezza dei costumi dell’epoca, sento il pianto del bambino sulla culla, la musica che scende dal salone da ballo e vedo dame e principi volteggiare scambiandosi sguardi languidi.
Ma ormai ho parlato troppo.
Dicevo all’inizio: questo è solo il cuore pulsante di Palazzo Mansi ma, credetemi, le sorprese all’interno non sono finite qui!
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