La storia di uno dei caffè più antichi d’Italia: il Pedrocchi
Padova: la città dei Tre Senza.
Il Santo senza nome
Il Prato senza erba
Il Caffè senza Porte.
Concentriamoci sull’ultimo. Il Caffè senza Porte è proprio il caffè Pedrocchi, chiamato così perchè fino al 1916 le sue porte erano aperte sia di giorno che di notte. In seguito alle problematiche intercorse con la Prima Guerra Mondiale il caffè chiuse le porte di notte ed iniziò a seguire gli orari degli altri esercizi pubblici.
Una storia affascinante
La nascita del celebre caffè si deve ad Antonio Pedrocchi, famoso caffettiere bergamasco, che alla morte del padre Francesco ereditò una piccola bottega di caffè.
In quel periodo a Padova c’erano già moltissime botteghe dove gustare la celebre bevanda, per cui Antonio inizia a pensare in grande: non voleva una semplice bottega, ma un caffè importante dove si dovevano riunire personalità altrettanto importanti.
Complice anche la collocazione della bottega nel centro storico della città, vicino al Comune e all’Università, il Pedrocchi sogna un caffè che doveva essere luogo di ritrovo di intellettuali, studenti, professori, commercianti …
Sogna in grande, vuole un progetto altrettanto grande.
Il secondo passo è semplice: chiamare un grande architetto che possa far diventare il suo progetto una realtà vera e propria.
A questo proposito chiama l’architetto Giuseppe Jappelli e lo incarica del progetto.
Nel frattempo Pedrocchi inizia ad acquistare, pensate, gli immobili che si trovano intorno alla bottega semplicemente per buttarli giù e creare lo spazio necessario per creare la famosa piazzetta Pedrocchi
Il progetto dello Jappelli
Jappelli si mette subito al lavoro ma, poichè lo spazio a disposizione non era molto dà all’edificio una pianta particolare: a forma di di pianoforte.
La facciata principale consta, infatti, di due ali laterali chiuse da colonne di ordine dorico gigante e da una parte rientrata, con loggia superiore contrassegnata da colonne corinzie, sempre di ordine gigante: questa è la tastiera del pianoforte.
La decorazione è parca, con motivi a ghirlande intrecciate, tipica del periodo Neoclassico.
L’interno è definito da una successione di sale, verde, rossa e bianca che, in parte, conservano ancora l’arredamento originale.
Le sale interne del Pedrocchi
La Sala Verde
Iniziamo dalla prima, la Sala Verde.
Vi svelo subito la sua particolarità.
In questa sala si può tranquillamente entrare, leggere un libro, incontrarsi con un amico … senza ordinare nulla, e nessuno vi verrà a chiedere di ordinare qualcosa!
E questo fin dall’origine. Un tempo qui si sostava per aspettare le carrozze, ma erano soprattutto gli studenti ad andarci e il motivo è semplice: erano sempre senza soldi, tanto che da questa usanza … nasce l’espressione Essere al Verde!
L’arredamento di questa, come di tutte le sale, è molto semplice con tavolini in marmo, sedie e divanetti.
… Va da sè che il nome delle sale, viene preso dal colore della tappezzeria!
La Sala Rossa
Proseguiamo con la splendida Sala Rossa che è l’anima del caffè, dove è ancora presente il bancone originale.
Jappelli pensò a questa sala come alla navata di una chiesa: essa, infatti, è divisa in tre piccoli ambienti da una doppia fila di colonne.
La sala presenta una particolarità: le pareti sono decorate con carte geografiche rovesciate … ad indicare che dopo la rivoluzione Francese il mondo non fu più come prima.
La sala Bianca
La sala più celebre è la Bianca che in realtà all’inizio era nera … dopo l’annessione di Padova e del Veneto al Regno d’Italia, venne cambiato il colore.
Solitamente è in questa sala che si festeggiano le lauree, si fanno rinfreschi per battesimi, o pranzi di lavoro, e non solo.
La Sala presenta su una delle pareti una targa con incisa la data 8 febbraio 1848 con sopra un foro di pallottola: qui infatti venne ucciso uno studente dell’ Università di Padova durante i celebri moti risorgimentali del ’48.
Importante un’altra targa con gli ospiti illustri del caffè, fra i quali mi piace ricordare Eleonora Duse (il nonno aveva un teatro vicino al caffè), D’Annunzio e, soprattutto, Stendhal che nel suo libro la Certosa di Parma, così scrisse: “C’est à Padoue que j’ai commencé à voir la vie à la venitienne, les femmes dans les cafés. L’excellent restaurateur Pedrocchi, le meilleur d’Italie”.
Un caffè per intellettuali e non solo
Così nel 1831 viene inaugurato il piano terra che, però, all’epoca aveva un’altra sala, la Gialla, destinata alla Borsa ed al Commercio.
Nel 1842, in occasione del IV Congresso degli Scienziati italiani, è inaugurato il Piano Nobile che consta di una serie di sale dedicate a diverse epoche storiche: La sala Egizia, La sala Rinascimentale, la sala Greca, lo stanzino moresco e, la più importante di tutte, la Sala Rossini, un tempo sala da Ballo.
Si racconta che Pedrocchi, dal suo appartamento collocato sopra il caffè, osservava -da una fessura del soffitto- non visto, i ricevimenti che si svolgevano nella sala da Ballo.
Nel 1848 è aggiunto il Pedrocchino, nella facciata posteriore del caffè, che si affianca all’unica loggia che costituisce la “coda” del pianoforte” dell’edificio.
Un caffè speciale
Un caffè cosi particolare, non può non avere un caffè altrettanto particolare!!
Eh sì, se andate a Padova a visitare il caffè, prendetevi 10 minuti in più di calma per assaggiare … il Caffè Pedrocchi o alla Menta!
Ricetta segretissima, tramandata dall’originale che non viene svelata a nessuno, neanche a noi guide di Padova!
In una tazza, più grande di quella da caffè, viene messo un pò di caffè espresso caldo, sopra un composto di latte e menta (non fatevi ingannare la menta si sente appena), montato come una leggera schiuma e sopra del cacao amaro in polvere.
E’ servito senza cucchiaino.
Il segreto infatti è proprio qui: dovete berlo senza aggiungere zucchero e senza mescolare, così percepite all’inizio il caldo del caffè, seguito dal fresco delicato della menta e, quindi, dall’amarognolo del cacao, una vera delizia!
E se proprio volete farla completa … ordinate una fetta di Torta Pedrocchi, una torta al cioccolato e menta: non ve ne pentirete!
Rievocazioni storiche
Spesso al caffè si fanno manifestazioni storiche in costume ottocentesco: è lì che il caffè torna a splendere dei fasti dell’epoca in cui è nato.
Ho partecipato ad una di queste rievocazioni ed ho fatto un vero e proprio viaggio nel tempo!
Nel 1891 muore Antonio pedrocchi.
Il Caffè è lasciato in dono al Comune di Padova e ai suoi concittadini, dal figlio adottivo Domenico Capellato:
Faccio obbligo solenne e imperituro al Comune di Padova di conservare in perpetuo, oltre la proprietà, l’uso dello stabilimento come trovasi attualmente, cercando di promuovere e sviluppare tutti quei miglioramenti che verranno portati dal progresso dei tempi mettendolo al livello di questi e nulla tralasciando onde nel suo genere possa mantenere il primato in Italia.
Dal 2004 nel Piano Nobile del Pedrocchi è aperto il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea, un Museo Storico che raccoglie divise, manifesti, bandiere, documenti dal 1797 al 1948.
Un altro viaggio nel tempo assolutamente da percorrere, alla prossima!
E come sempre, se vi va, scrivetemi le Vostre impressioni!
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