Tic, toc, tic, toc … i rintocchi dell’orologio a pendolo invadono la stanza.
Nella penombra definita dalla luce soffusa che proviene dal fuoco del camino, iniziano ad apparire gli oggetti e gli arredi di un lussuoso salotto di un palazzo dell’Ottocento.
Gli occhi un pò alla volta si abituano alla luce tenue e iniziamo a scorgere le eleganti tende di velluto che schermano le grandi vetrate; giriamo lo sguardo, il pianoforte vicino è imponente e tirato a lucido.
I divani sono rivestiti da una pregevole stoffa in damasco; tavolini dalle diverse fogge e grandezze arricchiscono la sala.
Il XIX secolo è un secolo elegante.
L’arredamento nella seconda metà del XIX secolo è elegante e ecclettico nello stesso tempo.
Tic, toc, tic, toc, il suono ritmato dell’orologio a pendolo continua imperterrito.
Cerchiamo di dirigere il nostro sguardo verso la direzione del suono e … eccolo è lì, in un angolo della stanza.
E’ in legno, tutto intagliato, il quadrante dorato inizia a brillare.
E ancora … non lo avevamo scorto. Sopra il camino, sotto una campana di vetro, un altro orologio fa bella mostra di sè, corredato da oggetti altrettanto preziosi.
L’orologio nell’arredamento.
Chissà quando è entrato nelle nostre case.
Ad un tratto sentiamo un rumore sordo, ci avviciniamo e dall’imponente libreria è caduto un vecchio libro.
Lo raccogliamo e ci avviciniamo alla luce del fuoco del camino per leggere il titolo: L’orologio nell’arredamento.
Interessante, lo apriamo e …
L’Orologio nella storia: il tempo religioso …
Fuori il tempo è brutto. Fa freddo. Tutt’intorno una distesa bianca di neve rende magico il paesaggio.
Arroccata sopra la vetta del monte Pirchiriano, all’imbocco della val di Susa, la scorgiamo da lontano con la sua austera architettura.
Entriamo e, subito sopra il portone d’ ingresso, intravvediamo una piccola meridiana.
Dentro, nella biblioteca, gli amanuensi sono al lavoro, stanno miniando stupendi codici. Ancora pochi minuti e i rintocchi della campana chiamano i Benedettini alla preghiera.
Tutti gli amanuensi seguono il bibliotecario che, candela alla mano, illumina la strada in questa giornata così buia e fredda.
Oggi la meridiana, l’orologio solare, fatica a funzionare.
Ma la chiesa ha i suoi tempi, i suoi ritmi, scanditi dal rintocco delle campane…
E… il tempo laico
“Venite, venite, avvicinatevi … panni di lana pregiata vi aspettano…”
“Qui trovate frutta e verdura fresca dell’orto … “
“Messere, devo firmare una lettera di cambio…”
Le piazze, il mercato pullulano di gente. E’ la città del XII-XIV secolo, la città operosa, la città dei mercanti.
Altro rintocco di campane.
Ci giriamo e notiamo il podestà, seguito da diversi giudici, notai, avvocati che entrano all’interno del palazzo della Ragione di Padova.
Eccola è lì la meridiana; oggi c’è il sole e l’ombra dello gnomone si scorge perfettamente.
Ma il rintocco delle campane non proviene dal famoso Palazzo.
Il suono arriva da più lontano.
Ci spostiamo verso Piazza dei Signori.
Eccolo, è lì!
Sopra l’arco vediamo la riproduzione dell’orologio inventato nel 1344 da Giovanni Dondi (detto, appunto, dall’Orologio).
Nel 1423 viene decretata la sua costruzione, si pensa sia il primo in Italia.
E’ stato disegnato da Maestro Novello e costruito nel 1477 dai vicentini Giovanni e Giovampietro delle Caldiere, mentre le splendide decorazioni del quadrante sono di Giorgio da Treviso.
Questo di Padova segna non solo le ore e i minuti, ma anche il mese, il giorno, le fasi lunari e le case astrologiche.
Il meccanismo di questo orologi, nel Medioevo e nel Rinascimento, era molto complesso, basato sul calcolo dei pesi che venivano applicati ad un sistema di leve e di raccordi.
Pensate che questo meccanismo funziona ancora oggi!
Questi orologi meccanici segnano il tempo laico, il tempo dei mercanti, del lavoro, differente rispetto al tempo scandito dai monasteri.
Il Rinascimento e la nascita dell’orologio da arredamento
Lasciamo le indaffarate piazze di Padova ed entriamo in un grande salone di un palazzo Rinascimentale.
Vicino alla finestra scorgiamo un grande marchingegno.
Uno dei primi esempi di orologi d’arredamento.
E’ nel XVI secolo che sono introdotti nuovi meccanismi, come la molla e il bilanciere, che di fatto rendono gli orologi più leggeri e trasportabili anche da una stanza all’altra.
Il congegno a molla era costituito da una lamina, inizialmente prodotta in ottone battuto e poi sostituita dall’acciaio temperato, che veniva avvolta su se stessa all’interno di una cassa cilindrica, chiamata bariletto, che veniva caricato con una chiave. Il congegno mollava quindi gradualmente l’energia cinetica della carica accumulata.
Pensate che si fa risalire al 1450 il primo esemplare di questo tipo di orologio domestico a molla, prodotto in Germania.
Le dimensioni si riducono permettendo così la produzione di orologi da casa.
Sono orologi molto costosi, prodotti ad uso esclusivo dei nobili, con decori in linea con l’estetica del periodo storico in cui vengono costruiti.
Ricordiamo che ormai sono anche già nati i maestri orologiai.
I primi orologi da tavolo erano molto ingombranti e la loro funzione non si limitava a misurare il tempo, ma erano perlopiù oggetti artistici di grande valore.
Fino al Settecento gli orologi d’arredamento erano considerati oggetti di lusso ad appannaggio delle classi più abbienti che potevano così distinguersi dai ceti sociali meno elevati, misurando il tempo da casa anzichè basarsi sui rintocchi del campanile.
L’orologio nell’arredamento: il XVII secolo
Il tempo scorre velocemente e … ma cosa sta facendo quel signore vestito elegantemente, non quanto il suo padrone, con quello strano oggetto fra le mani?
Sta spostando la lancetta dell’orologio. Certo! Il meccanismo non è come quello dei nostri.
I più antichi orologi da arredamento hanno una sola lancetta che indica solamente le ore, non i minuti.
Le fasce orarie sono suddivise in quarti e mezz’ore, e l’ora precisa si poteva al massimo approssimare di un quarto d’ora.
Questi orologi possedevano una carica a molla, per cui dovevano essere caricati a mano, circa ogni 30 ore, aiutandosi con una chiave.
In questi secoli l’orologio nell’arredamento spicca per la sua bellezza ed eleganza.
I decori sono raffinati, se ne trovano in oro e in argento, ma anche in ottone e bronzo.
Sono laccati, decorati con fregi e intarsi e, per proteggere questa bellezza, nascono nel Seicento le famose campane campane, o bussolotti, che contraddistinguono
l’orologio nell’arredamento soprattutto durante il XIX secolo.
L’orologio da tavolo ha forme differenti.
Il quadrante può essere rettangolare o cilindrico, e posizionato variamente in verticale o in orizzontale.
Sono talmente preziosi da essere consegnati ai committenti in cofanetti laccati e intarsiati che rendono ancora più pregevole il manufatto.
L’orologio nell’arredamento: il pendolo
Oltre agli orologi da tavoli, ci sono anche quelli a pendolo, famosissimi all’interno dei Palazzi.
Gli orologi a pendolo sono molto originali a livello di decorazioni.
E nei palazzi di un tempo sono parte integrante dell’arredamento.
Sono gli artigiani olandesi che nel Seicento iniziano a produrli su larga scala.
I primi manufatti sono molto semplici: costruiti con una barra di metallo fissata ad un’estremità che oscilla grazie ad un peso che ne regola il moto.
Successivamente viene introdotto il metodo a scappamento, che regola il moto oscillatorio, e il bilanciere che permette di usare l’orologio in qualunque posizione, anche in movimento.
Non dimentichiamoci che nel Seicento Galileo Galilei conduce gli studi sull’isocronismo del pendolo, e in Olanda Christian Huygens applicò questi ultimi all’orologeria, con la conseguenza di fornire una soluzione al problema della precisione, grazie al congegno appunto del pendolo, che si dimostrò talmente efficace da far sembrare vecchio quello a bilanciere utilizzato fino ad allora.
E’ proprio Huygens che apre la strada all’orologio di precisione, riducendo progressivamente l’errore a cinque minuti e portando all’indicazione dei minuti sul quadrante.
La nuova versione fece si che tutti gli orologi da persona o portatili, costruiti dopo il 1680, adottarono una forma tonda di cui il panciuto oignon francese ne è un classico esempio
In Francia la grandezza del Re Sole, Luigi XIV, impone una magnificenza senza precedenti tanto che l’ebanista del re, André-Charles Boulle, inizia a costruire le casse degli orologi da arredo, come l’esemplare con piedistallo a obelisco rovesciato con decori in bronzo conservato al Metropolitan Museum di NewYork.
L’orologio nell’arredamento fra Settecento e Ottocento
Ormai la strada alla creazione di orologi da arredamento è aperta e il XVIII secolo si configura come il secolo d’oro dell’orologeria.
Nascono esemplari sempre più sfarzosi in linea con la moda del periodo: a riccioli, con decori floreali e volute, per il capriccioso Rococò che calma le sue esuberanze solo con l’avvento nel Neoclassicismo e con lo stile Impero, dove colonnine, sfingi, aquile e tutto il consueto repertorio decorativo ornano la cassa e la costruzione che la contiene.
Tic, Toc, Tic, Toc … riapriamo gli occhi.
L’orologio posizionato sopra il camino ci guarda, le lancette sono posizionate quasi a simulare un sorriso.
La pendola continua con i suoi rintocchi caldi ad avvolgere la stanza creando un’atmosfera romantica.
Tutto è silenzio intorno a noi.
Avvolti in questa magica atmosfera strizziamo gli occhi all’orologio.
“Ora sono a conoscenza del cammino che hai percorso attraverso i secoli per diventare così bello ed elegante, e il posto d’onore sopra la mensola del camino, te lo meriti tutto!“
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