Peplo, Chitone e Himation: i capi base dell’abbigliamento nella Grecia antica
Tra il 1200 e il 1100 a. C. ondate successive di invasori dorici provenienti dall’Illiria percorsero la Grecia e provocarono la caduta della civiltà micenea.
Durante i cinque secoli successivi in tutta la Grecia segue un periodo di ristagno artistico e culturale.
Come sempre succede nella storia della moda e del costume sono le testimonianze artistiche che ci fanno scoprire la moda dei secoli passati.
Per quanto concerne la Grecia, informazioni sulla moda ci vengono tramandate dalle sculture, i greci eccellevano in quest’arte, dalle decorazioni ceramiche, dai vasi e dai ritrovamenti archeologici.
Mai prima di loro il costume e la moda erano stati descritti con tanta cura.
Importanti sono anche gli scrittori: Erodoto per esempio, ci ha lasciato descrizioni dettagliate dell’evoluzione della moda.
La moda nel periodo arcaico
Nel periodo arcaico e classico si trovano due stili fondamentali di abbigliamento, sia per gli uomini che per le donne.
Lo Stile Dorico, caratteristico del periodo arcaico, e lo Stile Ionico, più tardo, ma esistono anche diverse varianti dei due stili, che danno origine allo Stile Ecclettico.
L’indumento base per le donne è il Peplo, gli uomini indossano il Chitone.
Il peplo è un indumento composto da un unico rettangolo di lana che misura circa 1.80 mt. in larghezza, mentre dalla spalla alla caviglia era 45 cm più lungo di chi lo indossava.
L’eccedenza della stoffa veniva piegata in alto.
Nella forma più semplice viene indossato senza cintura e lasciato aperto ai lati; sulle spalle è fissato con fibule o spilloni.
Esistevano anche varianti più sofisticate: il lato aperto veniva cucito dalla vita all’orlo ed il tessuto in eccesso era fissato con una cintura sotto il seno, per poi ricadere liberamente.
Il tessuto così piegato nascondeva la cintura e dava l’impressione che il peplo fosse costituito da due capi di abbigliamento: gonna e blusa.
All’inizio si usano spilloni, con la capocchia decorata, per fermare il peplo sulle spalle.
In seguito vengono sostituite dalle fibule.
La splendida Hera di Samo, pregiata scultura in marmo, ci mostra un peplo aderente al corpo, definito da sottili piegoline; si nota la cintura in vita.
Sopra osserviamo un corto mantello in lana.
Un piccolo aneddoto …
Un curioso aneddoto ci racconta perchè ad un certo punto non si utilizzano più gli spilloni: Erodoto ci lascia una spiegazione piuttosto … macabra… .
Lo storico racconta che dopo una campagna militare disastrosa per l’esercito ateniese tutti gli uomini furono trucidati, tranne uno.
Quest’ultimo, tornato ad Atene, riferisce alle donne della città la sorte dei loro mariti.
Per tutta risposta, le donne prese dalla rabbia, si staccano gli gli spilloni che fissano i loro pepli e straziano il poveretto.
Bene, gli uomini d’Atene restano talmente spaventati e inorriditi da questa reazione da disporre che in futuro siano proibite le vesti appuntate con gli spilloni.
Vera o non vera che sia la notizia, sappiamo che ci fu un periodo in cui gli spilloni non vennero più usati!
Il peplo ionico
Il peplo ionico è simile a quello dorico ma con una sostanziale differenza: non c’è l’eccedenza del tessuto in alto e la sua lunghezza è esattamente quella dalla spalla alla caviglia.
E’ invece molto più ampio, 3.5 mt circa, tanto che ci vogliono circa otto o dieci fibbie per fissare il bordo superiore.
La stoffa sulle spalle e sulle braccia viene unita in più punti, formando maniche lunghe fino al gomito.
E’ confezionato in lino e seta.
La moda maschile: il Chitone e l’Himation
Gli uomini indossano il Chitone, lungo abito identico al peplo, ma sopra indossano l’Himation, il mantello.
Quest’ultimo è costituito da un rettangolo di stoffa di lana, usato per coprire il chitone fuori casa.
I filosofi e gli oratori iniziano ad utilizzarlo senza niente sotto, cosa che diventa un fatto distintivo nella società.
All’inizio del periodo arcaico l’ Himation è relativamente esiguo, e in genere viene gettato sulle spalle come un semplice mantello.
Col tempo nascono modi più elaborati di drappeggiarlo.
L’Auriga di Delfi: splendido esempio di chitone maschile
La bellissima scultura dell’Auriga di Delfi ci mostra come viene portato il chitone.
Tanta è la perfezione nell’esecuzione dell’opera che possiamo osservare le cuciture delle maniche, e le fasce che tengono fermo l’abito per essere libero nei movimenti.
Come viene indossato l’Himation
Vediamo come si drappeggiava: si avvolge intorno al dorso, lo si fa passare sotto il braccio sinistro e lo si appunta sulla spalla destra facendo ricadere l’eccedenza sul braccio destro, quindi lo si ferma con diverse spille per ottenere le maniche.
Verso la fine del V secolo, raggiunge il massimo della larghezza e della complessità, tanto che viene avvolto non solo intorno al corpo ma anche sulla testa.
Una curiosità: la stilista Rosa Genoni nel Novecento prese spunto dall’ Himation per realizzare il suo famoso abito Tanagra.
La clamide
Nel tempo inizia ad apparire anche la clamide, un indumento esterno più corto, tipicamente maschile.
Viene indossata sul chitone corto, ed è portata soprattutto dai cavalieri, dai viandanti e soldati.
Anche questa è un rettangolo di lana, in genere drappeggiata intorno alle spalle e fermata sotto la gola o sulla spalla destra con una fibula.
Viene data in dono agli efebi come segno del loro passaggio dalla fanciullezza alla pubertà.
Le più pregiate sono in porpora e orlate d’oro.
Una moda … tutta colorata
E’ sbagliato pensare che gli abiti fossero tutti bianchi, o al massimo del colore biancastro della lana.
Assolutamente no!
Gli abiti, già dal V secolo, presentano una vasta gamma di tinte.
La decorazione greca è intessuta sulla stoffa o ricamata.
Omero ci racconta come fossero intessuti di fili d’argento e d’oro.
I motivi decorativi sono geometrici e figurativi: la greca, l’onda, decorazioni a uovo, linguetta, o motivi floreali e stilizzati.
Le decorazioni più complesse si trovano sui bordi e sono definite da: pesci, uccelli, scene di battaglie.
Per quanto riguarda i colori, Erodoto elenca per un solo vestito il giallo, l’indaco, il violetto e il rosso porpora.
Le calzature
In casa i greci stavano scalzi; il popolo andava scalzo anche per strada.
Le calzatura hanno fogge differenti; la scarpa più semplice presenta una suola di cuoio rigido con un listello che passava tra l’alluce ed il secondo dito.
Alcune presentano un’allacciatura incrociata che sale fino alla caviglia, solo decorativa.
I soldati, i cacciatori e chi è impegnato in attività di movimento, usa gli stivali.
Ma sicuramente la scarpa più particolare è quella usata dalle prostitute: sotto la suola presenta una serie di chiodini disposti in modo da lasciare sulla sabbia un’impronta con scritto SEGUIMI … un velato ma, nello stesso tempo, chiaro invito!!
Cappelli
Non ci sono molte fogge di cappelli, solo in viaggio viene usato il Petaso, un copricapo di feltro con la tesa larga e la calotta rotonda.
I capelli sono portati lunghi fino al V secolo, dopo quel periodo gli uomini iniziano a tagliarli sotto alle orecchie, mentre le donne li portano lunghi, ondulati e con la scriminatura centrale.
Successivamente le chiome femminili vengono arricciate, tirate all’indietro e trattenute da un nastro o da una fascia.
A volte un piccolo diadema completava il tutto.
Le donne amano portare bracciali, orecchini pendenti, a navicella o a spirale, collane intrecciate con pendagli.
Siamo giunti alla fine di questo viaggio nella moda dell’antica Grecia: se vi fa piacere, fatemi sapere se l’articolo vi è piaciuto, alla prossima!
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