Sogni, un dipinto di Vittorio Corcos che, all’epoca, fece scalpore. Ripercorriamo brevemente la sua storia.

Firenze, 1896. Festa dell’Arte dei Fiori. Immaginiamo la scena.

Tutto è pronto per l’inaugurazione di questa importante manifestazione a cui presenziano il re Umberto I e la regina Margherita di Savoia.

La mostra è ospitata nelle sale di Palazzo Corradi e in un fabbricato costruito dall’ingegnere Giacomo Roster.

Dislocate fra le diverse sale sono esposte circa 700 opere tra pittura e scultura, opere di artisti di diverse correnti fra Simbolismo, Divisionismo, Macchiaioli, Preraffaelliti e Impressionismo, provenienti da tutta Europa.

Le autorità prima, e i visitatori dopo, entrano in una delle sale e si trovano di fronte una donna che li guarda fissi negli occhi, quasi a sfidarli, con le gambe accavallate.

Scandalo!

Immaginiamo le signore portare la mano alla bocca a coprire una smorfia di stupore, gli uomini che si guardano fra loro, qualcuno accennando un risolino nascosto fra i baffi, bisbiglii sommessi ma Lei, Elena Vecchi, continua a guardare tutti imperterrita.

Da lontano, il pittore livornese Vittorio Corcos che realizzò l’opera, osserva la scena.

Osserva il chiasso indiavolato suscitato dalla sua opera che, nonostante tutto, viene acquistata dallo Stato per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Sogni: un dipinto che ha segnato un’epoca

Corcos, Sogni: un dipinto che fece scalpore
V. Corcos, Sogni, 1896. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Siamo verso la fine del XIX secolo, un momento storico segnato dall’emancipazione femminile, un tempo in cui la donna è finalmente libera di ritagliarsi del tempo per se stessa: esce, va a teatro, a Parigi passeggia lungo i Boulevards, in casa non è più l’angelo del focolare e si ritaglia del tempo per leggere romanzi nella quiete delle proprie stanze.

Il dipinto celebra tutto questo: la modernità.

Sogni lo dimostra nello sguardo provocante della donna, nella mano sotto il mento, nelle gambe accavallate.

Ce lo raccontano i libri appoggiati sulla panchina.

Allora…

Chi ha ritratto il pittore?

Vediamolo insieme.

Elena Vecchi, la donna di “Sogni”

Il dipinto ritrae Elena Vecchi, figlia di Jack La Bolina, scrittore e amico di Corcos.

Elena è seduta su una panchina, la gamba accavallata lascia intravvedere le scarpine di vernice nera: Corcos è maestro nel definire i particolari dei suoi dipinti, opere che sembrano vere e proprie fotografie, perfette in ogni dettaglio.

Lo sguardo, con gli occhi cerchiati da pesanti occhiaie, fissa lo spettatore con aria di sfida, sottolineata dalla mano appoggiata sotto il mento.

Non sappiamo a cosa sta pensando Elena.

Sogni dipinto, particolare del volto
Elena sostiene e sfida lo sguardo dello spettatore
Gli occhi sono cerchiati da profonde occhiaie …

Forse ad un amore morto, oppure ad uno nuovo, in procinto di nascere? Elena che sogna ciò di cui non dovrebbero sognare le ragazze?

Osserviamo bene il dipinto: un tralcio d’edera è appoggiato al davanzale della finestra e quasi incornicia il volto della giovane. Il muro è scrostato; dal cappello sulla panchina fuoriesce un bocciolo di rosa i cui petali sono sparsi per terra.

Un’atmosfera alquanto decadente che, forse, accompagna i pensieri che invadono la mente di Elena.

Caldi desideri e torbidi pensieri, che quasi par che luccichino in fondo alle sue grandi pupille sognatrici: così scrisse Vittorio Pica nel 1897, di questo volto regolare su cui spiccano le labbra tumide, rese importanti da un forte impasto cromatico utilizzato dal pittore, e gli occhi quasi enigmatici, profondi.

L’artista indugia sui particolari del volto, tocchi di luce sulle pupille rendono profondi gli occhi dalla tonalità scura, fra il verde e il marrone.

D’altronde Corcos, nelle sue opere, amava più di tutto dipingere il volto tanto che era solito dire in un ritratto quel che conta sono gli occhi; se quelli riescono come voglio, con l’espressione giusta, il resto viene da sè

I capelli sono appena mossi da un lieve tocco di vento, oppure volutamente disordinati a segnare il disordine interiore di Elena

Sogni dipinto, i libri
I libri sono gli altri protagonisti del dipinto: li vediamo appoggiati accanto al cappello ed all’ombrellino, complementi indispensabili per la donna dell’epoca.

La pennellata diventa corposa, materica, nel rendere l’abito dove gorgogli di luce si insinuano fra il panneggio della manica, della gonna e le fitte piegoline dei guanti.

Vicino ad Elena, adagiati sulla panchina i libri con le copertine gialle, probabilmente le edizioni Flammarion, famose all’epoca.

Proprio questi sono enigmatici della nuova epoca: come accennavo diventano involontariamente una spia della nuova modernità: la donna che legge romanzi, giornali, la donna che diventa colta, che ha tempo per sè da dedicare alle proprie passioni.

La donna nuova emerge anche dalla posa, da quella gamba accavallata che acuì in qualche modo lo scandalo.

Mano sotto il mento a sostenere lo sguardo verso lo spettatore, e la gamba accavallata …
I simboli della Donna Moderna
Sogni dipinto, part. delle gambe accavallate
Corcos è un pittore da osservare nei piccoli dettagli: osservate i
tocchi di luce sulle scarpe di vernice, sono straordinari!

A proposito di quest’ultimo, dovete sapere che lo scandalo non nacque solamente per la posa disinvolta e per l’espressione di Elena ma, soprattutto, dal fatto che l’opera venne considerata un ritratto fin troppo esplicito della ragazza tanto che … ci fu una fuga dei pretendenti della stessa, e la famiglia dovette ritirare le richiestissime cartoline illustrate con l’immagine della giovane!

Un dipinto che mi affascina, che osservo sempre nei minimi particolari, ed ogni volta che lo guardo scopro sempre qualcosa di nuovo.

Avete notato, per esempio, quel tocco azzurro, una veloce pennellata, nel rendere il foulard che cinge il collo della giovane?

E’ un richiamo ad osservare il volto della donna: seguendo quel tocco di azzurro si arriva allo sguardo di Elena, ai suoi occhi penetranti. Quegli occhi che ti catturano e che ti fanno dire: a cosa starà pensando Elena?.

E’ un cerchio che si chiude. E’ la mano del pittore che ti conduce.

Non indugio oltre, vi lascio osservare questo splendido capolavoro, alla prossima!

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