Palazzo Medici Riccardi è il primo palazzo della famiglia Medici a Firenze, conosciamo i tesori che custodisce.
Lo splendido Palazzo Medici Riccardi si trova a Firenze all’incrocio fra quella che all’epoca era la famosa via Larga, oggi via Cavour, e via dè Gori.
Il palazzo è la prima residenza della famiglia Medici, e si colloca in quello che viene definito il “quartiere dei Medici”: a pochi passi, infatti, troviamo il complesso della Chiesa di S. Lorenzo (era la chiesa della famiglia Medici) con l’annesso complesso delle cappelle Medicee e, sempre vicino, il famoso convento di S. Marco, ridefinito dalla grande architettura di Michelozzo.
Lo stesso Michelozzo, l’architetto prediletto dei Medici, riceve l’incarico da parte del Pater Patriae, Cosimo il Vecchio, della costruzione di una grande dimora di famiglia dopo aver scartato un progetto del Brunelleschi per la medesima costruzione.
Brunelleschi, infatti, presenta a Cosimo un modello di palazzo troppo imponente, di fatto scartato perchè Cosimo non voleva dare troppo nell’occhio.
E’ nell’ottica di governo di Cosimo il Vecchio non attirarsi antipatie da parte dei concittadini, adottando un modo di governare particolare.
Non voleva, in primis, nessuna ostentazione di lusso o magnificenza e, secondo, lavorava nell’ombra, portando i suoi seguaci ad agire secondo un percorso ben stabilito, che non desse nell’occhio.
Chi lavorava per Cosimo il Vecchio era, in sostanza, la sua pedina.
Scopriamo insieme le caratteristiche di questo splendido palazzo e, soprattutto, cosa si cela al suo interno.
Palazzo Medici Riccardi: l’architettura
Nel 1444-1452 Michelozzo riceve quindi l’incarico di costruire un grande palazzo per la famiglia Medici.
Nasce con questo il modello del palazzo fiorentino del Rinascimento (ne ho parlato nel mio articolo dalla Casa Torre al Palazzo del Rinascimento).
L’architetto costruisce un blocco cubico (in origine la lunghezza arrivava fino a dove oggi si estende la panca di via), utilizzando come copertura il bugnato rustico e molto aggettante al piano terra, sempre più liscio fino ad arrivare alla sommità.
Il corpo di fabbrica è suddiviso da tre cornici marcapiano con dentelli che emergono sempre di più nell’elevazione verso l’alto.
Le bifore del secondo piano sono inserite all’interno di una cornice dentellata ad arco nella parte superiore.
Al tempo dei primi Medici (questa è stata l’abitazione da Cosimo il Vecchio fino al Granduca di Toscana Cosimo I), al piano terra era presente una loggia, i cui archi sono stati tamponati nel corso nel 1517 per inserire le finestre rettangolari con timpano triangolare: al di sotto volute creano una mensola che dà il nome alla tipologia di finestre: le cosiddette finestre inginocchiate.
Storia di Palazzo Medici Riccardi
Varcando il portone di ingresso ci troviamo all’interno del cortile, definito da colonne corinzie.
Secondo il più puro stile rinascimentale, il cortile è definito da colonne a piano terra, mentre la parte superiore presenta una muratura piena dove sono inserite le finestre.
Un fregio con decorazioni a festoni di Maso di Bartolomeo, accompagna i tondi con lo stemma dei Medici e raffigurazioni mitologiche, quest’ultime di Bertoldo di Giovanni.
All’ultimo piano troviamo una loggia trabeata con colonnine di ordine ionico.
Adiacente a questo troviamo il secondo cortile o giardino, situato alle spalle del palazzo al quale si accede attraversando il cortile delle colonne.
Esso è rivolto verso occidente.
Lo spazio è chiuso all’esterno da alte mura merlate.
Concepito secondo i canoni del giardino all’italiana, oggi presenta deliziosi vasi contenenti piante di limone inframezzati da sculture.
E’ all’interno di questo palazzo che alla fine del XV secolo si trovavano le raccolte medicee: dal David di Donatello, collocato nel cortile, alle tavole di Paolo Uccello della famosa Battaglia di San Romano, solo per ricordare le più note.
In particolare sappiamo che le tre tavole della Battaglia di San Romano, oggi collocate rispettivamente al Louvre, agli Uffizi, e alla National Gallery di Londra, decoravano la camera da letto di Lorenzo il Magnifico che si trovava al piano terra di Palazzo Medici.
Sul lato nord del palazzo si estendeva il giardino di S. Marco, acquistato da Clarice Orsini, moglie di Lorenzo il Magnifico.
Qui erano collocate le sculture classiche, molte delle quali comprate a Roma.
Nel Giardino di S. Marco, sotto la direzione di Bertoldo venne creata l’antesignana delle moderne Accademie di Belle Arti. Qui si esercitò anche il giovane Michelangelo.
Dobbiamo immaginare il palazzo all’epoca in tutto il suo splendore.
Gli scultori che andavano e venivano dal giardino, ivi si esercitavano, non solo sotto l’occhio vigile di Bertoldo, ma anche sotto quello indulgente di Lorenzo il Magnifico che per l’arte e gli artisti aveva una vera e propria passione.
Ma non solo.
Perchè all’ interno del palazzo erano ospitati anche coloro che formavano l’Accademia Neoplatonica come, per esempio, il filosofo Pico della Mirandola e il poeta Agnolo Poliziano.
Un palazzo che era, quindi un vero e proprio centro di cultura, le cui stanze erano abbellite da numerose opere d’arte.
La Cappella dei Magi
Salendo le scale dal primo cortile, si arriva al piano nobile e ci si trova di fronte ad un piccolo gioiello: la Cappella dei Magi, un tempo la cappella privata dei Medici.
E’ un piccolo scrigno commissionato nel 1459 da Piero il Gottoso, padre di Lorenzo il Magnifico.
Lungo le tre pareti della stessa si snoda un ciclo di affreschi eseguito da Benozzo Gozzoli che rappresenta la Cavalcata dei Re Magi.
Nella scarsella si trovano due cori angeli che coronano la pala d’altare, una copia di fine del XV secolo dell’originale Adorazione del Bambino di Filippo Lippi, oggi conservata a Berlino.
Il corteo dei Magi è un pretesto per rappresentare un evento politico importante per Firenze, quando Cosimo il Vecchio riesce a far passare per la città tutto il seguito del papa Pio II Piccolomini che era diretto a Mantova, per tentare una riconciliazione fra le chiese di Oriente ed Occidente.
A seguito del papa arrivano numerose dotte personalità, principi italiani, come per esempio Galeazzo Maria Sforza, Sigismondo Malatesta, e dotti di cultura greca e latina.
Vedere passare il corteo dev’essere stato uno spettacolo per l’epoca.
Vesti sgargianti, copricapi particolari, raffinatezza dei tessuti.
Benozzo Gozzoli, pittore amato dai Medici per la sua fedeltà ai fatti rappresentati, riesce a fare una perfetta cronaca degli avvenimenti.
Tutto è descritto in modo particolareggiato.
In mezzo al corteo si trovano i ritratti dei membri della famiglia Medici e di alcuni regnanti che hanno partecipato al Concilio e che sono passati per Firenze.
In particolare nella parete est troviamo i ritratti di Lorenzo il Magnifico, di Piero il Gottoso, Cosimo il Vecchio, Sigismondo Malatesta e Galeazzo Maria Sforza.
Splendido il paesaggio, trapuntato di piante e animali, reali, dell’epoca dei Medici.
L’ambientazione è favoleggiante, con il corteo che si snoda fra le montagne, ma possiede in sè quell’allure di esotismo e ricchezza che si respirava a Firenze al passaggio del corteo.
Dopo i Medici
Nel corso dei secoli ci sono stati diversi passaggi di proprietà fra i membri della famiglia Medici.
Alla metà del XVII secolo il palazzo torna al Granduca di Toscana Ferdinando II che in seguito lo vende ai banchieri Riccardi: nel 1659 Gabriello Riccardi, marchese, acquista il palazzo.
E’ Francesco Riccardi, nipote del Marchese Gabriello che commissiona, fra il 1670-1677, dapprima all’architetto Pier Maria Baldi e in seguito a Giovanni Battista Foggini, il prolungamento del braccio occidentale dell’edificio, con la conseguente realizzazione di nuovi ambienti, tra cui i due massimi spazi di rappresentanza: la Galleria degli Specchi e la biblioteca Riccardiana.
Fra il 1682-1685 Luca Giordano affresca la volta della Galleria degli Specchi con l’Apoteosi di Casa Medici.
La Galleria cattura subito per la sua bellezza.
Alle pareti, nei lati lunghi, si snodano elementi decorativi in stucco, armadi intarsiati, e rispettivamente, otto porte-finestra a sinistra e, alternate in successione, quattro porte e quattro specchi dipinti a destra.
Gli specchi dipinti sono in vetro veneziano decorato con motivi floreali e frutti di Bartolomeo Bimbi, motivi di animali e palustri di Pandolfo Reschi e putti di Anton Domenico Gabbani.
Sulla volta si snoda, al centro, lo splendido affresco che celebra l’Apoteosi della famiglia Medici.
Ai lati troviamo episodi tratti dalla Mitologia che rimandano ai Quattro Elementi, allo scorrere del tempo e all’Età dell’uomo.
Ai quattro angoli sono rappresentate figure allegoriche che simboleggiano le Virtù Cardinali, i Vizi, mentre, come già detto, al centro abbiamo l’Apoteosi di Casa Medici.
Con uno spettacolare impatto scenico, tipico del Barocco, il pittore sfonda lo spazio architettonico della volta e la apre a mostrare le figure come se fossero un’apparizione.
L’effetto illusionistico è assicurato dal potente sotto in su che scorcia le immagini.
I colori sono freddi, intonati sulla gamma spettacolare degli azzurri e, soprattutto, dell’oro.
La luce guizza nelle pieghe dei panneggi delle vesti dei personaggi che presentano una possente muscolatura.
E’ un teatro a cielo aperto, le figure sembrano recitare degli atti di uno spettacolo teatrale.
Vortici di nubi, che sembrano sprofondare verso il basso, avvolgono Giove e i membri di Casa Medici.
E’ una rappresentazione scenica corale, dove le masse si muovono in un movimento spettacolare.
Tutto è enfasi, tutto è scena.
E’ la spettacolarità barocca che canta le glorie della grande casata dei Medici.
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