Palazzo Reale di Pisa con le sue opere d’arte e i suoi arredi è un piccolo gioiello da riscoprire.
Pisa, uno splendido pomeriggio autunnale, zona dei lungarni dove i Palazzi si riflettono sul “Signore” della città, il fiume Arno.
Cammino lentamente per assaporarmi questo spettacolo che la città di Pisa offre.
La mia destinazione è Palazzo Reale, sul Lungarno Antonio Pacinotti, dove da pochi giorni è stata inaugurata la mostra Eleonora di Toledo e Cosimo de’ Medici. Coppia nobillissima & bella, a cui non potevo mancare.
Sono iniziate a Pisa, infatti, le celebrazioni dei 500 anni anni dalla nascita di Eleonora di Toledo, grande benefattrice della città .
Qui, inoltre, ha inizio la storia della nobile coppia.
Arrivo a destinazione, il palazzo, imponente nella sua semplicità mi accoglie.
Varco il portone di ingresso definito da semplici conci in pietra che sottolineano l’apertura dove è inserito l’imponente portone in legno.
Mentre mi dirigo verso la prima sala, il mio pensiero vola lontano precisamente al 12 giugno del 1539.
Siamo a Livorno.
Il porto è in fermento, da lontano si scorgono arrivare sette galere salpate da Napoli. La flotta è imponente.
Arrivano, attraccano.
Ed ecco che al suono di tromba, accompagnata da dame e cavalieri scende Lei, Eleonora di Toledo, figlia di don Pedro di Toledo.
E’ attesa a Pisa, il viaggio deve continuare ancora.
A Pisa l’aspetta il ventenne Cosimo de’ Medici, futuro Granduca di Toscana Cosimo I, che la bella Eleonora aveva sposato per procura.
Giunto a Pisa, il grande corteo nuziale parte da Porta a Mare e prosegue fino al Palazzo dei Medici.
Cosimo aveva eletto Pisa come città dove soggiornare nei mesi più freddi, impossibili da passare a Firenze.
A Pisa, l’aria è più mite.
La città è tutta addobbata.
Fiori, archi di trionfo, apparati decorativi fanno da corona allo spostamento della coppia.
Ai lati la folla applaude.
Eleonora è bella ed elegante.
Entrano nel Palazzo Reale e … eccoli.
Apro gli occhi e li vedo davanti a me.
Coppia nobilissima & bella
Eleonora volge lo sguardo verso noi spettatori, vicino il figlio Francesco. I due sono stati ritratti da Agnolo Bronzino, il grande ritrattista di casa Medici che ritrae anche il suo amato Cosimo.
Eleonora è vestita con un elegante abito rosso scuro, dalla scolatura quadrata, con bavero intrecciato di fili d’oro. Un doppio filo di perle le cinge il collo.
Il soprabito, di raso con passamanerie a ricami dorati, è dello stesso colore del vestito.
Vicino il figlio, con gli abiti dello stesso colore della madre.
Eleonora ci guarda, l’ovale del volto è perfetto, scorgiamo un orecchino a goccia scendere dal lobo sinistro dell’orecchio; i capelli sono raccolti nella crespina, (ne parlo nel mio articolo sulla moda nel XV secolo);
vicino Cosimo I è ritratto in armatura.
Ma la coppia nobilissima è bella è ricordata anche in un elegante Cammeo che è stato prestato per l’occasione da Palazzo Pitti, eseguito da Giovanni Antonio de’ Rossi, che rappresenta la famiglia granducale con i figli.
Vicino, nella stessa sala celebrativa alcune monete di Cosimo, come scudi d’oro del sole e testoni, piastre, mezze piastre d’argento che vanno a documentare le innovazioni monetarie del Granduca.
Ancora uno sguardo alla granduchessa, che vuole essere un saluto, e proseguo il mio cammino nelle sale di Palazzo Reale.
Palazzo Reale di Pisa
Il Palazzo è cstato ommissionato da Francesco I de’ Medici e venne realizzato tra il 1583 e il 1587. La facciata principale si affaccia sui lungarni, mentre il retro, tramite due ampi arconi, è collegato da una parte con la chiesa di S. Nicola, e dall’altra alla duecentesca Casa delle Vedove.
Nel piano nobile si snodano diverse sale, che ripercorrono la vita della corte medicea e dei collezionisti borghesi del Novecento.
Gli splendidi arazzi e gli arredi sono quelli usati dai Medici per arredare il palazzo stesso.
La Sala degli arazzi espone questi straordinari manufatti, di cui tre provengono dalla villa medicea di Poggio a Caiano.
Gli arazzi all’epoca, sono non solo un decoro indispensabile per i grandi saloni ma, soprattutto, vengono utilizzati per mantenere il calore nella stanza.
Proprio il Duca Cosimo fonda a metà del XVI secolo una manifattura di arazzi a Firenze, alla cui direzione chiama due maestri fiamminghi.
Fra tutti, spicca quello con lo stemma dei Medici, assolutamente raffinato.
L’abito della Granduchessa
Nella stessa sala troviamo lo splendido abito di velluto di seta rosso cremisi, confezionato nel 1560 da Mastro Agostino.
Si pensa che l’abito è appartenuto a Eleonora di Toledo, o a una sua dama.
Mastro Agostino, sarto di corte, richiama nella realizzazione una declinazione fiorentina della moda spagnola.
Presenta un corpino a punta sul davanti che poggia su un’ampia gonna con relativo strascico. Le maniche sono staccabili, tipiche della moda dell’epoca.
L’abito è stato ritrovato nel convento di San Matteo a Pisa, forse donato dalla stessa Eleonora. E questa è stata una fortuna perchè ha permesso la perfetta conservazione dell’abito.
Le monache, infatti, lo usarono per vestire la Madonna Annunciata. Le stesse monache rimboccarono lo strascico e cucito all’interno della gonna, per renderlo più sobrio dato che all’epoca era indossato dalla Vergine Maria.
Palazzo Reale: la sala del gioco del ponte
Palazzo Reale conserva al suo interno un altro gioiello che ci riporta nel passato: gli armamenti del Gioco del Ponte, circa 900 pezzi.
Sapete come si giocava? Raccontatemelo nei vostri commenti!
La Sala della corte o Salone
La Sala che veramente toglie il fiato per la sua bellezza ed eleganza è la Sala della Corte o Salone.
E’ difficile anche descriverla questa sala tanto è bella.
Circondati dai ritratti di sovrani e regnanti, fanno bella mostra di sè diversi abiti, come per esempio l’abito in velluto operato di seta del 1600 di manifattura fiorentina.
L’abito è appartenuto quasi certamente ad una nobile pisana.
In raffinato velluto di seta “operato”, decorato con motivo a rametto secco detto a mazze, decorazione molto in uso nel XVII secolo.
L’abito, senza maniche e con uno strascico importante, presenta un busto stondato sul davanti. Anche lui, come gli altri presenti nella sala, è stato adattato a veste di statua sacra, finchè non è stato recentemente restaurato.
Ma si può continuare a parlare di moda anche osservando gli splendidi dipinti appesi alle pareti, come per esempio nel Ritratto di Giovanna Cataldi, o in quello di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena.
Ritratti di Nobildonne
Giovanna Cataldi Del Testa, vedova di ricca famiglia pisana, è rappresentata con un abito particolare una robe à l’anglaise, un abito elegante indossato in occasioni non ufficiali. L’abito è in taffetas turchese, impreziosito da pizzi bianchi sullo scollo e sulle maniche, corte a gomito. Un vistoso fiocco sotto il seno adorna il tutto.
La gonna è ampia sui fianchi, dello stesso colore dell’abito.
Giovanna indossa una parrucca, come d’uopo all’epoca, e sopra quest’ultima una cuffietta turchese.
Bello il particolare dello specchio che ci mostra il dettaglio di un’altra dama che è a colloquio con Giovanna la quale, tiene in mano un piccolo specchio ovale che ci mostra un bambino, proprio sopra il piccolo che si appoggia teneramente alle sue gambe.
Maria Luigia d’Asburgo Lorena, Duchessa di Parma e Piacenza, anche lei sempre attenta alla moda è rappresentata dal Callegari con un abito bianco di seta, con ricami d’oro che impreziosiscono il tutto.
Dietro la schiena si intravvede il mantello di corte di colore blu, foderato di pelliccia.
L’abito, dal corpino stretto in vita e con gonna riccamente decorata d’oro, è completato dalla fascia blu dell’Ordine costantiniano di San Giorgio.
Non mancano gli splendidi gioielli di corte: diadema, orecchini pendenti, collier di diamanti e cintura.
Il viaggio continua …
Il viaggio nella bellezza continua nelle sale seguenti, dove oltre allo splendido arredo, troviamo, in apposite vetrine, oggetti di uso quotidiano dell’epoca, come miniature e ventagli, ma non solo …
Palazzo Reale si fregia anche di altre importanti opere d’arte provenienti da collezioni private fra cui da menzionare dipinti attribuiti al Rosso Fiorentino, al giovane Raffaello, a Giusto de’ Menabuoi, di Francesco e
Luigi Gioli nonchè il lascito del chirurgo Antonio Ceci che contempla dipinti italiani, fiamminghi, bronzetti, disegni…
Ormai siamo giunti alla fine del nostro viaggio e, come sempre, non vi ho svelato tutto: a Palazzo Reale si trova ancora molto altro da scoprire.
io spero solo di essere riuscita in una cosa: farvi capire che … per quanto splendida … Pisa non è soltanto Piazza dei miracoli !
Ora tocca a voi, scrivetemi, commentate, aspetto un vostro feedback!
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